La grandezza della natura in “E la farfalla a lungo volò”
Quando vedo questo panorama, quando ammiro il tramonto, penso che il buon Dio esista… ma poi, se mi guardo allo specchio o se osservo gli altri – te compreso – finisco col credere che forse non c’è… o che, se c’è, è molto più maligno di come ce lo immaginiamo.
Questa frase viene detta una sera da Riccardo, il fratello di Corrado, uno dei protagonisti di “E la farfalla a lungo volò”, mentre ammirano insieme un meraviglioso tramonto del sole dietro il Monte di Portofino, in Liguria.
Lo spettacolo della natura è grandioso e comunica un senso di armonia, mentre quello offerto dalle loro vite è deprimente, se non addirittura meschino, e mostra la presenza di conflitti incancreniti e ormai insanabili.
Ho scritto quella frase pensando che in alcuni momenti della vita pensieri simili siano passati nella mente di molti che, presi dallo sconforto, si sono rivolti alla natura per cercare quella serenità interiore che avevano perduto. Ritengo anche che quei momenti abbiano in molti casi indotto a pensare che l’esistenza di un dio unico, buono, creatore dell’uomo a propria immagine e somiglianza, sia difficilmente conciliabile con lo spettacolo che gli umani danno di loro stessi.
In proposito, dopo la seconda guerra mondiale il filosofo inglese Bertrand Russell un giorno scrisse:
Trovo strano si possa pensare che una divinità onnipotente, onnisciente e benevola abbia preparato il mondo, da nebulose senza vita, in tanti milioni di anni, per poi ritenersi soddisfatta dall’apparizione finale di Hitler, Stalin e dalla bomba H.
Oggi, alla luce dei fatti contemporanei si potrebbe facilmente scrivere una frase analoga.
Se mai si voglia comunque cercare uno spirito divino nell’universo, è quindi più probabile immaginare la presenza di più forze in perenne lotta fra loro, spiriti che rendono l’uomo quell’essere contraddittorio, a volte molto positivo ma spesso distruttivo, che in realtà è. Forse gli antichi greci e romani non avevano tutti i torti quando facevano agire gli uomini sotto la guida dei loro litigiosissimi dei.
Per quel che mi riguarda, penso invece che ogni religione sia stata creata, le più volte con esiti disastrosi, in certi momenti storici e in luoghi diversi da uomini che volevano dare un possibile senso all’esistenza o, peggio, che cercavano di irretire le masse a loro beneficio, e che, come tutte le costruzioni umane, dopo essere passata dalle fasi di una tumultuosa nascita, della maturità e di una lenta decadenza, sia destinata a finire anch’essa nell’oblio.
N.B. L’immagine del monte di Portofino al tramonto è mia ed è stata ottenuta senza alcun filtro.
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