Il senso della citazione che apre “Un destino su misura”
Ognuno di noi è artista della propria vita: che lo sappia o no, che lo voglia o no, che gli piaccia o no.
Con questa citazione di Zygmunt Bauman si apre “Un destino su misura”, il mio ultimo romanzo.
La nostra vita, dice ancora Bauman, è un’opera d’arte. Per viverla come esige l’arte della vita dobbiamo – come ogni artista, quale che sia la sua arte – porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata. Dobbiamo scegliere obiettivi che siano (almeno nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la nostra portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno per quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare. Dobbiamo tentare l’impossibile.
Qualcuno dirà, ed è comprensibile, che ciò che fa la differenza nella vita è invece la posizione di partenza, affidata al caso, perché non scegliamo noi se nascere in Svizzera o in Afghanistan. Questo è vero ma tutto quello che viene dopo dipende però da noi, dalle nostre scelte, anche se condizionate dalla realtà che ci circonda, e Bauman ci ricorda allora che quello che a quel punto conta sono le nostre aspirazioni, i nostri sogni, ma che non meno importante è la nostra volontà, che è determinante per il nostro destino.
E qui, nel mio romanzo, le strade di Giorgio e di sua sorella Martina si divideranno.
Lui sceglierà di deresponsabilizzarsi, eviterà di mettersi in gioco, sognerà scorciatoie e finirà con l’autoassolversi sempre.
Lei no, prenderà il percorso opposto e cercherà la felicità nel vincere le sfide della vita.
Questo contrasto insanabile fra i due percorrerà tutto il romanzo, disponibile sul sito della casa editrice.
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